[I miei preferiti] Perchè "The Wolf Of Wall Street" è un capolavoro

 
 

Partiamo dal constatare i dati di fatto: (oltre al regista, Scorsese), la presenza di un cast eccezionale  con DiCaprio, un sorprendente e pazzo Jonah Hill, la sensualissima Margot Robbie e, con parti minori, due freschi premi Oscar 2014 cioè Matthew McConaughey e Spike Jonze (quest’ultimo, in realtà, premiato per la sceneggiatura di “Her”). The Wolf of Wall Street (d’ora in poi TWoWS) offre anche quello che passerà alla storia come un divertente confronto-sfida tra McConaughey e DiCaprio, i due attori che probabilmente si sono giocati ai punti il premio dell’Academy come miglior protagonista. Anche questo contribuisce a rendere memorabile il film.

Altro elemento che non dovrebbe essere in discussione è il genere: qualcuno lo ha definito drammatico, ma quando mai! TWoWS è chiaramente una commedia (nera). Ma c’è di più. Non accade che la componente comica sia predominante rispetto a quella etica, come invece succede in tutti quei film che vogliono divertire ma anche dire qualcosa di istruttivo. E' la componente etica che manca del tutto.

TWoWS è un film non semplicemente immorale, ma amorale. Non mi riferisco ai personaggi, ma all’impostazione data dal regista, molto netta e decisa. Pensateci bene: non c’è un solo momento del film in cui viene dato spazio al dramma dei truffati o alle vittime di Belfort e dei suoi colleghi (comprese mogli tradite o picchiate, figli maltrattati, sottoposti derisi, ecc). Si ride dall’inizio alla fine, di tutto e di tutti. Non ci sono nemmeno momenti di critica del protagonista: il massimo che si ottiene è la descrizione della sua caduta, verso la fine del film. Persino durante la scena in cui tenta di fuggire portando con sé la figlia e invece causa un incidente, lo spettatore non è portato a pensare “Che delinquente!”, quanto piuttosto “Come si è ridotto!”. Proviamo addirittura pena in quel momento, ma di sicuro non biasimo. Questa chiave di lettura si applica anche ai delicati argomenti come la droga e la morte che, invece, vengono utilizzati come spunto per strappare le risate degli spettatori. Basti pensare alla scena quasi ridicola eppure divertentissima dell’intossicazione da quaaludes.

Perché quindi, alla luce di tutte queste considerazioni, TWoWS dovrebbe essere un capolavoro? Dalla descrizione che ho fatto finora sembrerebbe quasi un “American Pie” di lusso: un film che descrive un mondo di eccessi per il solo piacere di farlo. In realtà, in quest’opera viene portato alla luce una triste verità che tutti conoscono ma nessuno menziona mai riguardo alla droga e agli altri tipi di eccessi qui descritti: PIACCIONO. L’euforia e l’energia date dalle droghe, il sesso con bellissime donne sempre diverse, soldi, potere: con la certezza di non sprofondare nel baratro, quanti rifiuterebbero una vita cosi se, come nel film, si dimenticassero completamente i valori morali? Quanti spettatori (uomini ovviamente) possono affermare con sincerità di non aver desiderato, anche per un piccolissimo istante, di vivere come i protagonisti? E’ proprio questo il grande merito: porta ad un’immedesimazione non voluta, ma inevitabile. Ogni nostra risata testimonia questo inconscio desiderio di assomigliare a Belfort. L’agghiacciante e fenomenale scena in cui Jordan mima di “fottersi” i clienti al telefono davanti ai suoi collaboratori è il momento in cui tutto ciò risulta più evidente. Lo spettatore si sbellica, ride dell’ingenuità dello sconosciuto truffato, si diverte delle faccine che Jordan fa per irriderlo. Che differenza c’è tra noi e quelli stessi personaggi che, nella scena, sorridono ammirati dalla capacità truffaldina del loro capo?

Ed ecco quindi che appare chiaro lo scopo del film: far comprendere come, se i valori etici e la ragione vengono completamente annullati, sia possibile tutto questo.

Il finale, triste  ma incisivo, è un ribaltamento completo di quella che dovrebbe essere la realtà razionale e logica: nell’ordine il poliziotto, eroe dell’intera storia in quanto ha messo in galera il truffatore, è lo sconfitto che torna a casa in metropolitana, seduto acccanto alla gente comune, che non lo degna di uno sguardo: starà forse pensando che avrebbe guadagnato di più facendosi corrompere?
Subito dopo, l’unica frase di denuncia, dopo 3 ore di festival degli eccessi, in cui il protagonista constata come tutto sia in vendita nel mondo di oggi. E poi il seminario: a presentare il Belfort finto c’è il Belfort vero nelle vesti del presentatore, che si autoincensa come miglior venditore del mondo. Infine, l’ultima immagine: tutti gli auditori che pendono dalle sue labbra  e cercano di carpire l’arte della vendita (leggi “truffa”).  Un epilogo volutamente eccessivo nella provocazione, degno di tanto film.



VOTO:  8.3\10

Commenti

  1. Non so chi ha avuto il coraggio di definere questo film DRAMMATICO!! è un divertimento continuo a me personalmente mi è piaciuta molto la storia : ) la definisci commedia nera ovvero un commedia con dei tabù? con delle scene diciamo troppo accattivanti?

    RispondiElimina

Posta un commento

Grazie per il tuo commento!

Post popolari in questo blog

[I miei preferiti] Un'ottima annata - A good year

Speciale Premi Oscar 2016 - Classifica dei migliori film candidati!