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[Recensione] La mafia uccide solo d'estate

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  Tra tutti gli aggettivi che si potrebbero usare per descrivere questo film, forse quello più adatto è “inaspettato”. Già, proprio non me l’aspettavo. La prima pellicola di Pif come regista eppure, sicuramente, la più bella che il cinema italiano abbia sfornato recentemente! Sempre difficile parlare di mafia,   apparentemente impossibile facendo anche sorridere. E invece Pif ci riesce: ci riesce nel raccontare l’innamoramento di Arturo da bambino e poi da adulto, ma soprattutto (e questo è un coraggioso tocco di genio) nel descrivere i malavitosi: li deride, li dipinge brutti, grotteschi e stupidi con, per esempio, Totò Riina che non capisce come funziona il semplicissimo meccanismo di un condizionatore o “Luchino” che si invaghisce della cantante Spagna. La vera forza del film è la capacità di creare una fortissima empatia tra lo spettatore e i personaggi rappresentati: questo film non si limita a citare o tuttalpiù mostrare le morti degli eroi antimafia, ma ce ...